
Ferrovie dello Stato (d’animo). Sui binari dell’arco della vita
di Ieris Astolfi
“…lo vedi il treno che portava al sole?
Non fa più fermate neanche per pisciare
si va dritti…senza più pensare”
Generale, 1978, F. De Gregori
A noi pendolari
C’è un treno, dicono, che dalla fermata dell’Individualità porta direttamente, senza soste intermedie, alla Stazione Centrale del Mondo. È necessario salirvi se si vuol far parte “a pieno titolo” della Società. Si paga un biglietto e oplà il gioco è fatto!
Quale società? Quale mondo? -dico io.
La società -rispondono- composta da famiglie politicamente corrette, investimenti in borsa, carriere senza barriere, benessere e silhouette, quantità sulla qualità, fitness e business…in sostanza, quel mondo nel quale l’omologazione consente di resta “al passo con i tempi”.
Al passo? Non direi proprio. Casomai “al galoppo” e al cui arriva prima meglio alloggia.
Quel treno, di cui si dice, è un Treno Alta Velocità e naturalmente (!) in molte stazioni, ritenute a torto insignificanti, non ferma.
Il macchinista non può permettersi di arrivare con il suo “carico” in ritardo al “debutto in società”, al “ballo delle debuttanti”, cosicché nelle stazioni di sere B le persone sono in attesa di salire vedono passare e sfrecciare il super treno davanti al naso: che beffa!
Un sentimento di frustrazione e abbandono coglie l’animo di chi il TAV non raccoglie, al punto che per disperazione qualcuno tenta di prendere, al volo, quel treno in corsa; impresa non solo impossibile quanto piuttosto pericolosa.
C’è il rischio di venirne travolti e, purtroppo, accada spesso.
I media strilleranno: Travolto dal destino!
No! -io dico- Stravolto dai propri simili!
Tuttavia, the show must go on, lo spettacolo deve continuare e quel treno non si può fermare, rallentare il passo o procedere al passo.
Non può o non vuole?
Per fortuna c’è qualcuno che se ne infischia del fischio del TAV e, dando ascolto al proprio stato d’animo, decide di prendere quell’altro treno, l’Interheart, il locale che ferma ad ogni battito di cuore. Anche questo porta alla Stazione Centrale, ma, soprattutto, ferma in tante stazioni decentrate nelle quali è possibile scendere, informarsi, rifocillarsi, ritemprarsi, per poi risalire quando giunge il momento, cioè quando ci si sente pronti a riprendere il viaggio. Ciò è possibile poiché l’Interheart passa ogni giorno e non una sola volta all’anno con il TAV; inoltre il biglietto è sempre valido a differenza di quello utile per il treno veloce. Con il treno locale ciascuno è libero di fermarsi in qualunque stazione intermedia, così come è altrettanto libero di tornare indietro: il viaggio verso il mondo non è per forza a senso unico o monocromatico, poiché ogni persona ha i propri tempi, ritmi, battiti e colori da esplorare.
PERCORSO DELL’INTERHEART: IL VIAGGIO A PARTIRE DALL’INFANZIA
Fermata Stazione Binario
1° Partenza della propria individualità (nascita)
2° Blu dello Specchio dell’autostima autentica
3° Fucsia del Plaid dell’abbraccio fra il Sé e l’Altro
4° Arancio del Sole della comunicazione intra e interpersonale
5° Giallo della Rosa dell’amicizia
6° Verde della Carezza della solidarietà/inclusione
7° Rosso della Mela dell’educazione permanente
8° Turchese del Carillon del bambino interiore
9° Viola del Lillà dell’essere
10° Centrale “policroma” dell’amore
I passeggeri del treno locale non riescono, tuttavia, a scrollarsi di dosso il complesso dell’inferiorità nei confronti di chi viaggia sul treno veloce; la loro acuta sensibilità non è compresa ed interpretata come personalità con pieno diritto d’espressione. L’unicità di queste persone si distanzia dal magma delle convenzioni stereotipate con la diretta conseguenza di venire classificati come incapaci, deboli o di serie B. Chi non riesce a sopportare questa umiliazione, cerca di correre forte su binari paralleli pur di raggiungere il treno veloce, ma la direzione è sbagliata e la loro è una fuga dalla realtà. Ancor peggio c’è chi si inoltra su binari abbandonati i quali portano, tutt’al più, in stazioni pericolanti, abitate da sfruttatori travestiti da ferrovieri.
La capacità ipnotica e di persuasione occulta esercitata dal super treno, ha un peso non indifferente sull’individualità di ciascuno di noi. Si ricorre così a “mezzi alternativi” pur di competere e sentirsi al passo con i passeggeri di serie A; l’abito bianco delle debuttanti, con ogni probabilità, crea un abbaglio da non sottovalutare.
In un mondo dove tutto corree nulla rallenta, dove tutto è più e sempre di più (più ricco, più bello, più grande) colui che non riesce a prendere il treno veloce pur di sentirsi pure lui “più”, ricorre alla chimica o ad altro per “correre più forte”, sempre più forte. L’abbaglio da un lato è causato da modello deformante di un “vivere extralarge” nel quale la latteria è diventata ipermercato; dall’altro gioca un ruolo principale quel siparietto edulcorato alla “Mulino Bianco” dove “ogni mattino è sempre un buon giorno”!
Chi ricorre agli pseudo-carburanti della chimica, paga il prezzo più caro, il biglietto più alto del viaggio verso il mondo: paga con i giorni della propria.
Dietro la parvenza di capricciosi -molti li definiscono così- c’è il troppo che stroppia, il ricatto di: “o la corsa o la vita!”, la fede in finti valori nei quali la vita è addizione elementare (1+1+1+…= possesso= felicità).
La Stazione Centrale ove arrivano tutti i treni non è, inoltre, “monolitica”, “tutta d’un pezzo”; ha il potere “camaleontico” di cambiare aspetto e indirizzo. Tutto dipende da chi la raggiunge.
Chi arriva con il treno veloce trova, sotto un cielo grigio, una Stazione Centrale “monouso”, “monocromatica”, a “senso unico”; è la stazione dell’addizione, o possesso, nell’amore e nel lavoro: mio+mio+…=solo mio.
Chi arriva con l’Interheart trova una Stazione Centrale “polivalente”, “policromatica”, “camaleontica”; è la stazione delle operazioni elementari:
- dell’addizione
1+1+1+1+…= vivere insieme: rapporti e scambi interpersonali
- della sottrazione
(vivere insieme) – (difficoltà del vivere insieme)= reale vivere: educazione
- della moltiplicazione
(reale vivere) x (ciascuno)= partecipazione senza invidie e gelosie
- della divisione
(partecipazione) : (ogni luogo)= solidarietà
Che tempo fa alla Stazione Centrale delle operazioni? Il proprio arcobaleno d’esperienza si srotola sul cielo sereno dell’esistenza.
“e sui binari quanta vita che è passata
e quanta che ne passerà”
Poster, 1975, C. Baglioni