Il Linguaggiare
IL “LINGUAGGIARE”
L’integrazione naturale dei linguaggi
(di Ieris Astolfi e Simona Ubertiello)
Il linguaggio verbale |
Il para-linguaggio | Il linguaggio non verbale | Il silenzio consapevole | Altri “linguaggi” diretti e indiretti |
È il linguaggio parlato, quello delle parole prodotte dagli organi vocali.
Questo linguaggio si può distinguere in due tipologie: linguaggio “faccia a faccia” (vis-à-vis)e linguaggio a “distanza”. Linguaggio verbale “faccia a faccia”: è quello nel quale gli interagenti si vedono e si sentono fra loro, direttamente. Linguaggio verbale a “distanza”: è quello nel quale gli interagenti non si vedono direttamente. In questo caso si possono presentare due possibilità: gli interagenti si sentono solamente come nel linguaggio telefonico oppure non si sentono affatto, come nella caso del linguaggio scritto e il canale di trasmissione è lo scritto (a questo gruppo appartengono: le lettere postali, le e-mail, il sistema di scrittura Braille, la poesia, la letteratura, l’editoria, la stenografia, il codice Morse, ecc.). |
È il linguaggio dei suoni e segni vocali non verbali prodotti dagli organi vocali. Non verbali perché non si tratta di parole. Hanno un loro significato e rappresentano dei segni vocali di un “qualcosa”.
Caratteristiche personali del parlante, cioè caratteristiche “indicali”(dello stato emotivo, della personalità e dell’atteggiamento).
Il linguaggio dei caratteri personali della voce (tono, timbro, pronuncia, intonazione, accentuazione), dello stato d’animo ( il riso, il pianto, i gemiti, i lamenti, le strida, le grida, i mugolii, i borbottii, lo sbadiglio), il sospiro, il singhiozzo, la tosse, il fischiare ecc. |
È il linguaggio del corpo: si tratta di elementi cinesici come i gesti (emblematici e illustratori), i movimenti del capo, le posture, le espressione del volto, la direzione dello sguardo, la prossemica (vicinanza e posizione spaziale: distanza intima, distanza personale, distanza sociale, distanza pubblica), il contatto corporeo, l’odore, l’aspetto esteriore fisico, la scelta dell’abbigliamento, le divise ecc.
Linguaggio sia intenzionale che involontario Linguaggio molto spesso più efficace dell’equivalente verbale In questo gruppo c’è il linguaggio della mimica e il linguaggio dei segni (per le persone non udenti). Ma non solo perché anche il linguaggio non verbale legato alla cultura di appartenenza o a culture ed etnie lontane dalla propria. |
Non è il linguaggio non verbale e neppure quello verbale; si tratta di pause utilizzate per raggiungere certi scopi nel corso della comunicazione verbale.
Il silenzio consapevole si distingue in silenzio di opposizione, il silenzio di incertezza e/o di inadeguatezza, il silenzio delle pause brevi e “non fluenze” del discorso verbale, il silenzio intellettuale o riflessivo, il silenzio empatico ecc. |
Il linguaggio della natura (flora e fauna).
Il linguaggio della musica. Il linguaggio dell’arte (scultura,pittura, architettura ecc.). Il linguaggio del disegno in psicoterapia. Il linguaggio della danza e del ballo. Il linguaggio urbano (paesi, quartieri, città, segnali stradali, luminosità, rumori, odori ecc.). Il linguaggio dello sport (riti e regole). Il linguaggio spirituale e religioso. Il linguaggio informatico e di internet. Il linguaggio matematico e scientifico. Il linguaggio del cibo. Il linguaggio topografico. Il linguaggio dell’inconscio. Il linguaggio dei sogni. Il linguaggio televisivo. Il linguaggio cinematografico e teatrale. Il linguaggio archeologico. Il linguaggio degli organi del corpo umano. I segnali di fumo ecc. |