L’acquisizione del linguaggio
Breve excursus sull’acquisizione del linguaggio
Di Ieris Astolfi
Nei primissimi anni di vita ogni bambino ed ogni bambina sono in grado di appropriarsi degli elementi fondamentali del linguaggio verbale, la lingua madre o altre lingue, attraverso l’ascolto e l’interazione con gli adulti; successivamente sono capaci di esprimersi utilizzando molte parole e da queste alle frasi. Si tratta di un processo di apprendimento estremamente complesso che gli psicologi, i linguisti e gli esperti di glottodidattica (didattica della lingua) hanno cercato di spiegare.
Vediamo in sintesi cosa hanno detto:
- È stato dimostrato che i bambini e le bambine nei primi mesi di vita sono in grado di pronunciare i suoni presenti in tutte le lingue: questo fa capire che, potenzialmente, ogni neonato può apprendere qualsiasi lingua.
- Tra gli otto e i dieci mesi, i suoni non presenti nella lingua madre, dei genitori, lentamente spariscono e ogni bambino e bambina inizia a pronunciare e riprodurre solo quelli presenti nel suo ambiente; questi studi dimostrano quindi a livello cognitivo i piccoli e le piccole imitano i suoni che ascoltano provenienti dal mondo comunicativo degli adulti in relazioni tra loro. L’apprendimento per imitazione è riconducibile al comportamentismo dello psicologo canadese Bandura (1925). Si tratta di un apprendimento acquisito attraverso l’ambiente esterno vissuto dal bambino e dalla bambina; inoltre l’imitazione non è solo una risposta automatica agli stimoli esterni, senza l’intervento della mente, poiché per riprodurre o imitare un suono ascoltato entrano in azione processi cognitivi o di rielaborazione cognitiva.
- Per lo psicologo statunitense comportamentista B.Skinner (1904-1990) l’apprendimento del linguaggio avviene per condizionamento operante; le lodi, i rinforzi e gli apprezzamenti che i bambini e le bambine ricevono quando iniziano ad indicare ciò che desiderano mediante le parole, agiscono da veri propulsori positivi e rinforzanti dell’apprendimento linguistico. La teoria dei rinforzi, positivi e negativi, proprio del comportamentismo spiegherebbe l’apprendimento del linguaggio. Quindi si tratta di un apprendimento acquisito, automatico senza nessuna elaborazione cognitiva.
- La maggior parte degli psicologi e studiosi dello sviluppo linguistico sono però convinti che le teorie dell’apprendimento del linguaggio tramite l’imitazione e il condizionamento operante siano limitate, incomplete ed insufficienti a spiegarne l’acquisizione. Questo perché la maggioranza dei bambini e delle bambine apprende gran parte del linguaggio, le basi, in un lasso di tempo molto breve (dai 18 ai 36 mesi) se confrontato con la complessità del linguaggio verbale. Ecco perché questi studiosi sono più propensi a credere che ogni bambino e bambina posseggano delle regole innate che gli permettono e gli consentono di apprendere, assimilare, rapidamente qualsiasi linguaggio parlato dagli adulti. Si tratta della teoria innatista, tra i cui sostenitori c’è il linguista statunitense, politologo e saggista, filosofo, teorico della comunicazione e psicologo Noam Chomsky (1928), il quale sostiene l’innatismo del linguaggio e che le specie umana possiede per natura un sistema o un meccanismo cerebrale innato che consente acquisire una lingua. Tale meccanismo è chiamato dallo studioso “Apparato di Acquisizione della Lingua” (Language Acquisition Device o A.D.). Secondo lo studioso questo meccanismo o dispositivo innato sarebbe dimostrato dal fatto che ogni cucciolo dell’uomo, indipendentemente dalla lingua madre che ascolta, segue le stesse fasi di sviluppo, nello stesso ordine e impara rapidamente le regole presenti nelle varie lingue: vocalizzazioni, lallazioni, prime parole alla fine del primo anno (o olofrase), prime combinazioni di due parole tra i 18 e i 24 mesi e via di seguito.
- Secondo lo psicologo cognitivista J.Bruner l’apprendimento del linguaggio è in relazione all’interazione della madre/degli adulti con il bambino e la bambina. Questi scambi con la madre o la figura materna di riferimento costituiscono il “Sistema di Supporto per l’Acquisizione del Linguaggio” (Language Acquisition Support System, A.S.S.) e permettono di comprendere gli scopi presenti nelle frasi dette dagli adulti e di servirsi a sua volta del linguaggio per soddisfare i propri bisogni. J.Bruner assume rispetto a J.B.Skinner e a N.Chomsky una posizione intermedia:
- Per Skinner l’acquisizione del linguaggio è interamente frutto di un processo di apprendimento, dal mondo esterno, acquisito.
- Per Chomsky c’è un dispositivo innato (L.A.D.) che consente e permette l’apprendimento del linguaggio
- Per Bruner (posizione intermedia) il dispositivo innato o L.A.D. non è da solo sufficiente a spiegare l’acquisizione del linguaggio, in quando devono realizzarsi in aggiunta, tra la madre e il bambino delle modalità interattive che sono la base per apprendere a parlare (L.A.S.S.).
- Nel rapporto tra linguaggio e processi cognitivi (pensiero, intelligenza ecc.) ci sono i contributi discordanti di J.Piaget e L.S.Vygotskji:
- Per lo psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero J.Piaget (1896-1980), l’acquisizione del linguaggio è resa possibile solo dopo la comparsa del pensiero simbolico (alla fine del periodo senso-motorio); solo in seguito all’acquisizione dell’intelligenza simbolica (18-24 mesi) si sviluppano comportamenti simbolici tra i quali anche il linguaggio. Quindi prima l’intelligenza e successivamente il linguaggio.
- Per lo psicologo, pedagogista sovietico L.S.Vygotskji (1896-1934), le funzioni psichiche superiori come il ragionamento e l’intelligenza non potrebbero svilupparsi senza la presenza del linguaggio verbale. L’intelligenza umana dipende dai fattori ambientali, culturali e sociali e dall’uso di strumenti come il linguaggio. Quindi prima i linguaggi e successivamente l’intelligenza.